Trovo piuttosto stupido voler risolvere la questione con un divieto. Il burkini, come il burqua il niquab e simili, sono per noi un sintomo di un male strisciante, mentre per l'Islam sono un simbolo di appartenenza. Il mondo occidentale si intestardisce a voler curare il sintomo, e questo viene letto come un rifiuto del simbolo, con tutta l'irritazione che ne deriva.
La malattia che noi osserviamo nel mondo islamico è molto difficile da curare in modo sistemico, e riguarda l'assenza di libertà femminile (ancora maggiore che da noi, intendo).
Vedo poche strade per curare in modo sistemico tale malattia, e passano tutte dalla cultura e dalla informazione. Mi piacerebbe, ad esempio, che assistenti sociali e mediatori culturali avvicinassero quelle donne, e ponessero loro, ed ai loro mariti, due semplici domande:
- Perché indossi/a il Burkini?
- Cosa succederebbe se non lo indossassi/e?
Dalle risposte si potrebbe poi effettuare una analisi dei reali valori che stanno dietro a quella scelta, si potrebbe spiegare loro che anche le nostre nonne vestivano così, ma poi abbiamo capito che il costume da bagno è più comodo, si potrebbe osservare se in famiglia ci sono vessazioni o violenze. Ma dovremmo essere pronti ad accogliere e proteggere tutte le donne che fossero pronte a scegliere, e non è facile in un paese che non sa accogliere e proteggere neppure le sue donne "libere".
Nessun commento:
Posta un commento